Ammetto di essere colpevole. Confesso che questo peccato di
gola è stato non solo volontario, ma anche premeditato!
In mattinata ho avuto modo di fare una scampagnata a nord di
Roma, nella zona del parco di Veio, rimasta in buona parte preservata dall’urbanizzazione,
con scorci tipici dell’agro romano, campi coltivati, boschetti di querce. Nel
giardino di casa di un amico ho adocchiato un bellissimo cespuglio di rosmarino
“prostrato”, di quelli con i rami che si ripiegano verso il basso, gli aghi corti
e carnosi, l’aroma intenso: ho ringraziato la pianta per la sua presenza e ne
ho colto qualche rametto.
Sulla strada di casa, sosta al negozio biologico per gli
acquisti: dello zenzero fresco, mezzo chilo di fagiolini e… ahimé, ho
dimenticato il cipollotto fresco; per chi vorrà ripetere questa ricetta, lo
consiglio vivamente (da mettere in padella insieme a zenzero e rosmarino).
E’ ormai sera, il cielo tinto dei bellissimi colori dell’estate,
l’atmosfera rallegrata dagli stridi delle rondini che volteggiano basse sopra i
tetti dei palazzi.
In cucina, lavo e pulisco i fagiolini, li faccio bollire per
dieci minuti con acqua leggermente salata, poi li ripasso brevemente nella
padella; vi avevo preventivamente fatto soffriggere, in olio extravergine d’oliva,
lo zenzero ed un rametto di rosmarino (solo gli aghi), tagliati fini con una
mezzaluna.
Lascio raffreddare, ed ecco pronto questo piatto leggero,
saporito, idradante, proprio quello che ci vuole per una calda serata di mezza
estate.
Servo nel piatto e guarnisco coi germogli di alfalfa:
delizioso!