domenica 10 luglio 2011

Cacio e pepe ai germogli di ravanello

Ho preparato questo piatto qualche tempo fa, quando la temperatura era ancora mite... forse con trenta gradi all’ombra non mi sarebbe venuta in mente, ma magari qualcuno avrà comunque voglia di provarla.
Da quando adopero i germogli in cucina, sono sempre inspirato dall’idea di adattare dei “grandi classici” della cucina italiana al loro utilizzo, e cerco sempre di individuare le migliori combinazioni. In questo caso, si tratta di un piatto tipicamente romano: gli spaghetti cacio e pepe. Si tratta di una ricetta semplice, da eseguire però con qualche accortezza... saprà un milanese esserne all’altezza? E quali germogli andranno a guarnire il piatto a cottura ultimata? Beh, se avete fatto attenzione al titolo, lo saprete già...
Per una porzione, grattuggio 40-50g di pecorino romano e peso 100g di spaghetti (in realtà erano 150g, scusate l’appetito :-O), mentre l’acqua va in ebollizione. Buttata la pasta, scaldo dell’olio in una padella e vi macino sopra del pepe, abbondante (ma deve essere veramente abbondante!), e aggiungo il pecorino che mescolo lentamente per far formare una sorta di cremina; il fuoco va tenuto molto basso, l’olio non deve friggere.
Poi scolo la pasta molto al dente (uno o due minuti prima di fine cottura), avendo cura di  mettere dell’acqua da parte (circa un mestolo): quest’acqua va versata nella padella coll’olio e amalgamata rapidamente con la crema che si é formata, seguita subito dopo dagli spaghetti. A questo punto, posso alzare la fiamma e proseguire fino a cottura completa, al qual punto l’acqua si dovrebbe essere totalmente riassorbita.


Ho predisposto per questa occasione un bel piatto capiente, dai bordi rialzati; vi verso gli spaghetti e guarnisco “artisticamente” coi germogli di ravanello... tempo pochi istanti e la forchetta é già al lavoro, il risultato mi lascia molto soddisfatto, credo che questa ricetta avrà il suo bis... kanpai!


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