venerdì 29 giugno 2012

Germogli di una notte di mezza estate (ovvero: fagiolini ripassati con zenzero e rosmarino, e germogli di alfalfa)

Ammetto di essere colpevole. Confesso che questo peccato di gola è stato non solo volontario, ma anche premeditato!
In mattinata ho avuto modo di fare una scampagnata a nord di Roma, nella zona del parco di Veio, rimasta in buona parte preservata dall’urbanizzazione, con scorci tipici dell’agro romano, campi coltivati, boschetti di querce. Nel giardino di casa di un amico ho adocchiato un bellissimo cespuglio di rosmarino “prostrato”, di quelli con i rami che si ripiegano verso il basso, gli aghi corti e carnosi, l’aroma intenso: ho ringraziato la pianta per la sua presenza e ne ho colto qualche rametto.

Sulla strada di casa, sosta al negozio biologico per gli acquisti: dello zenzero fresco, mezzo chilo di fagiolini e… ahimé, ho dimenticato il cipollotto fresco; per chi vorrà ripetere questa ricetta, lo consiglio vivamente (da mettere in padella insieme a zenzero e rosmarino).

E’ ormai sera, il cielo tinto dei bellissimi colori dell’estate, l’atmosfera rallegrata dagli stridi delle rondini che volteggiano basse sopra i tetti dei palazzi.
In cucina, lavo e pulisco i fagiolini, li faccio bollire per dieci minuti con acqua leggermente salata, poi li ripasso brevemente nella padella; vi avevo preventivamente fatto soffriggere, in olio extravergine d’oliva, lo zenzero ed un rametto di rosmarino (solo gli aghi), tagliati fini con una mezzaluna.
Lascio raffreddare, ed ecco pronto questo piatto leggero, saporito, idradante, proprio quello che ci vuole per una calda serata di mezza estate.
Servo nel piatto e guarnisco coi germogli di alfalfa: delizioso!






domenica 24 giugno 2012

Frittelle di ceci con tahin, uvetta e germogli di ravanello

Ecco una ricetta appetitosa di facile preparazione, adatta come antipasto, secondo piatto, o per la merenda… a dir la verità, nel mio caso ha fatto da colazione, per cominciare al meglio questa giornata di domenica!
La base è costituita da una frittella di farina di ceci, una preparazione diffusa in tante regioni italiane, e chiamata panella in Sicilia, cecina in Toscana, farinata in Liguria: è una miscela di farina di ceci e acqua, in proporzione di circa 1 a 3 (nel mio caso, con 100g di farina e 300g di acqua sono venute quattro frittelle molto sottili).
Acqua e farina vanno mischiate facendo attenzione alla formazione di grumi, fino ad ottenere un composto liquido ed omogeneo, che va lasciato riposare per qualche ora (da 8 a 12), coperto con un canovaccio, e rigirando di tanto in tanto.
Trascorso questo tempo, si aggiunge dell’olio extravergine di oliva (un cucchiaio per 100g di farina) e un pizzico di sale: il preparato è pronto per la cottura, che va fatta in una padella antiaderente larga e bassa, messa sul fuoco alto e spolverata con dell’olio di girasole (l’olio è pochissimo, e deve creare un velo appena percettibile); si può procedere con un mestolo alla volta del composto di acqua e farina, che dovrà formare delle frittelle alte appena un paio di millimetri.
Lasciata raffreddare la prima frittella, ne ho spalmato su di una metà del tahin, o crema di sesamo, poi cosparsa di uva passa (ammollata per una buona mezz’ora); infine ho aggiunto i germogli di ravanello e ripiegato in due… forse la sequenza fotografica si commenta senza bisogno di parole.
Ecco pronta la colazione, sostanziosa, ma prima di un giro in bicicletta ne vale la pena: Kanpai!